A partire dal tardo medioevo una vera e propria processione di musicisti si è confrontata con il testo dello Stabat Mater per volgerlo in musica, e fa parte del novero anche Boccherini, che musicò il proprio Stabat Mater nel 1781 per soprano e orchestra d'archi con violoncello obbligato. Il testo latino è un inno doloroso: la Vergine è ai piedi della croce in contemplazione del figlio crocifisso; il fedele, testimone del suo strazio, le si rivolge in preghiera perché lo aiuti a essere partecipe del suo dolore e custode della Passione di Cristo fino alla gloria del paradiso. La versione in musica di Boccherini divide il testo in undici sezioni, corrispondenti ad altrettanti numeri con varie indicazioni di tempo, da adagio ad allegro. Tutta la composizione è pervasa da un sentimento intenso e commovente, probabilmente rivelatore di una sincera religiosità dell'autore, una sorta di pathos doloroso e tuttavia dignitoso e trattenuto che non porta alla disperazione ma si risolve nella contemplazione del valore soprannaturale dell'avvenimento per la salvezza dell'anima. |