La Sonata K. 457 è una vera Sonata da concerto, che mostra al più alto grado la maestria di Mozart nel dominare anche sulla tastiera le categorie espressive del pathos e del fatalismo, sfruttando tutte le peculiarità tecniche del pianoforte. C'è, in questo spartito, una animazione di contrasti che si basa sul principio di una continua dialettica di princìpi opposti, trasmessa attraverso un virtuosismo drammatizzato, che sfrutta le differenze fra i registri, gli effetti di risonanza, le possenti ottave e la rapida scorrevolezza della mano destra.
Le 555 sonate (originarie per clavicembalo) di Scarlatti hanno attirato ammiratori di rilievo, tra cui Chopin, Brahms, Bartók, Shostakovich. In questi brevi brani, costituiti generalmente di un solo movimento bipartito, Scarlatti si dimostrò pioniere di tecniche tastieristiche nuove per i suoi tempi, come arpeggi, note ribattute in agilità, incroci delle mani, ottave spezzate e percosse, doppie note: tutte difficoltà tecniche da padroneggiare progressivamente, a mano a mano che il compositore svela le potenzialità timbriche, melodiche e ritmiche della sua scrittura ricca e articolata. Dal punto di vista dello stile, le sue sonate sono caratterizzate da una rapidissima mobilità espressiva, e da una grande inventiva armonica, con l'impiego di un vocabolario accordale spesso sorprendente.
Una caratteristica formale è costituita dal fatto che la tipica sonata scarlattiana è di solito divisa in due sezioni di durata uguale, ognuna delle quali conduce ad un momento cardinale, che lo studioso Ralph Kirkpatrick ha definito "il punto cruciale", e che a volte è sottolineato da una pausa o fermata. Prima di questo punto cruciale, le sonate di Scarlatti contengono spesso la loro principale varietà tematica, e dopo il punto cruciale la musica fa uso di figurazioni ripetute, modulando in tonalità lontane da quella principale (nella prima sezione) o via via più vicine (nella seconda sezione).
La nascita di Humoreske è così annunciata da Schumann alla moglie Clara: «Tutta la settimana sono stato al pianoforte e ho composto, riso e pianto allo stesso tempo; troverai l'impronta di tutto ciò nella mia grande Humoreske». Dunque, un filo intrecciato di gioia e dolore, congiunti in modo inestricabile, come senso profondo del lavoro, traccia e legame di collegamento, secondo la mescolanza più tipica dell'anima schumanniana.
Con il termine "Humoreske" Schumann si riferiva appunto a quel pendolo sentimentale, a quella ironica compresenza umorale che è il primo centro della sua invenzione poetica.
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