L'opera è legata alla controversa vicenda della sua morte, avvenuta il giorno successivo al completamento del Dies Irae. Solamente l'Introitus è stato interamente scritto da Mozart, mentre dal Kyrie all' Hostias scrisse soltanto la parte vocale e del Lacrimosa Mozart solo le prime 8 battute. La strumentazione mancante e il resto dell’opera furono completati dagli allievi Joseph Eybler, Franz Freistädler e soprattutto Franz Xaver Süssmayr, sfruttando decine di spartiti rinvenuti alla rinfusa sulla scrivania di Mozart, dalla moglie Constanze. Riguardo le origini dell’opera nella versione di Stendhal, in Vite di Haydn, Mozart e Metastasio (1815), viene descritta l’ipotesi di un anonimo committente che incarica Mozart, malato e caduto in miseria, di comporre in quattro settimane una messa da requiem, dietro compenso di cinquanta ducati. Mozart tentò di scoprire chi fosse il misterioso committente, ma quando le forze cominciarono a mancargli per il duro lavoro, non riuscendo ad identificare l'uomo, si convinse che la messa che stava componendo sarebbe stato il requiem del suo funerale. Inoltre, allo scadere delle quattro settimane l'uomo si presentò per ritirare la composizione, che però Mozart non aveva ancora completato. Così, nonostante i sospetti del musicista, gli offrì altri cinquanta ducati e altre quattro settimane di tempo: inutili, poiché Mozart morirà di febbre e insufficienza renale lasciando l'opera incompiuta. Secondo alcune voci, pare che il committente fosse il conte Franz Walsegg-Stuppach, un nobile con velleità musicali che andava commissionando opere a compositori di professione, tramite degli intermediari, facendole poi passare per proprie. Nella fattispecie, il Requiem sarebbe divenuto un omaggio alla defunta moglie |