Il “Salve Regina “, di F.Schubert , è un esempio di straordinaria bellezza e semplicità. Il soprano accompagnato dall'orchestra di archi sviluppa , in questa mirabile pagina di musica sacra di Schubert, un dialogo leggero e penetrante. La corta partitura da un'idea della spiritualità ma mai distante dalla realtà terrena.
I concerti per clavicembalo e archi furono scritti negli anni Trenta del Settecento. Potendo contare a Lipsia su ottimi strumentisti (fra cui i figli Carl Philipp Emanuel e Wilhelm Friedman) riuscì a mutare il rapporto tra il clavicembalo e gli archi: lo strumento che il barocco aveva imprigionato tra le sbarre del basso continuo poteva ora ambire a un ruolo solistico. Il primo passo fu dunque quello di trascrivere alcuni concerti originariamente scritti per altri strumenti solisti. Il Concerto BWV 1054 è una trascrizione dell’analogo lavoro composto per violino e archi (BWV 1042) dove tradizione e modernità si fronteggiano. Si noterà l’ampia la costruzione cantabile del disegno melodico nel primo movimento, mentre nel successivo Adagio la prevalenza della melodia sembra già anticipare il gusto, più che per l'aria d'opera, quello per la forma del Lied. Nel finale in forma di rondò Bach sceglie soluzioni ritmiche e virtuosistiche che valorizzano la tecnica peculiare dello strumento a tastiera.
Dopo aver composto circa quaranta Sinfonie fra il 1764 e il 1780, negli ultimi dieci anni della sua vita Mozart ebbe un rapporto estremamente saltuario con questo genere musicale. Così, in quell'ultimo decennio, videro la luce solo sei lavori nel genere. Il primo lavoro di questa straordinaria serie, la scintillante ed euforica Sinfonia in re maggiore "Haffner" K. 385, nacque in realtà come arrangiamento di un lavoro precedente, ma non di una Sinfonia, bensì di una Serenata. Nel luglio del 1782, infatti, mentre era alle prese con le prove della Entführung aus dem Serail aveva ricevuto dal padre l'invito di comporre al più presto una Serenata per conto di Sigmund Haffner, figlio del defunto borgomastro di Salisburgo. La Sinfonia K. 385 deve probabilmente il suo brio spensierato e il suo smagliante colore orchestrale con trombe e timpani proprio al fatto di essere stata concepita inizialmente come Serenata, genere leggero e di intrattenimento, brillante e disimpegnato per antonomasia.
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