Il Magnificat in re maggiore, un brano imponente in cui la gioia dell’intera
comunità è affidata al canto dei devoti che partecipano in coro alla funzione
religiosa: una composizione ricca e trionfale, composta da arie e cori brevi,
lontano dallo spirito declamatorio degli oratori e delle passioni, ma con forti
elementi di spettacolarità. Il concerto si avvale della collaborazione dell’Ensemble
Opera Polifonica di Firenze e del Coro Polifonici Senesi entrambi diretti
da Raffaele Puccianti, nell’intento di riunire in un unico obiettivo artistico le
realtà musicali del territorio. Il concerto di Natale sarà aperto, come di consueto
da alcuni anni, dall’intervento del Coro di Voci Bianche di Firenze e Scandicci
preparati da Lucia De Caro che porteranno il loro augurio musicale per un mondo
in cui si possa conoscere con il cuore: l’essenziale è invisibile agli occhi.
NOTE: J. S. BACH - MAGNIFICAT -
Si legge nel Vangelo di Luca (1, 39-56) che la Vergine Maria, recatasi a far visita alla cugina
Elisabetta dopo l’Annunciazione, sentendosi salutare come “benedetta fra le donne”, rispose
con una invocazione di riconoscenza a Dio che inizia con le parole: “Magnificat anima mea
Dominum”, “L’anima mia glorifica il Signore”. In questo cantico Maria, mentre dichiara con
umiltà i doni ricevuti, esalta la storia prodigiosa d’Israele.
Nella liturgia cattolica occidentale il Magnificat si canta in piedi, ai vespri, tutti i giorni, ed è
sempre accompagnato da un’antifona alla festa celebrata.
Il Magnificat è solitamente eseguito a cori alterni, su formule melodiche assai simili ai toni
salmodici ornate secondo la solennità della festa. Nella musica polifonica dal XV al XVIII
secolo, il Magnificat fu trattato nello stile del mottetto: tra i primi compositori di Magnificat
polifonici figurano Binchois che musicò l’intero testo, e Obrecht, che intonò solo i
versetti pari, lasciando quelli dispari alla melodia gregoriana. Questo uso, analogo a
quello praticato per l’inno, fu ampiamente seguito dai compositori successivi come da
Palestrina, di Lasso, Monteverdi, Bach, Mozart e Mendelssohn. A partire dal XVI secolo
si diffuse l’uso di sostituire i versetti pari del Magnificat con brevi brani organistici
come nelle Obras de música di de Cabezón e nelle 94 Magnificat Fugae di Pachelbel.
Il Magnificat, nella traduzione inglese, fu introdotto anche nell’ufficio serale -Evening
Prayer- della liturgia anglicana e musicato dai maggiori compositori del Seicento, tra
cui Purcell.
|